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Sette anni di contestazione: il giorno in cui Barroso è stato rieletto Presidente della UE

Il 1 giugno 2014, il Parlamento europeo ha rieletto José Manuel Barroso per un secondo mandato come presidente della Commissione europea.

La sua rielezione è arrivata dopo un lungo e controverso processo di nomina, con molte polemiche sulla sua idoneità al ruolo.

Barroso è stato nominato presidente per la prima volta nel 2004, dopo che il Partito popolare europeo (PPE) aveva ottenuto la maggioranza dei seggi alle elezioni europee di quell'anno. La sua nomina è stata accolta con proteste da parte di alcuni membri del Parlamento europeo, che hanno sostenuto che non fosse idoneo per il ruolo a causa della sua mancanza di esperienza nella politica estera e nella gestione economica. Nonostante queste proteste, Barroso è stato rieletto per un secondo mandato nel 2009.

Il secondo mandato di Barroso è stato segnato da una serie di sfide, tra cui la crisi economica del debito sovrano europeo e la successiva crisi dell'euro. È stato criticato anche per la sua gestione della questione dell'immigrazione e per la sua stretta relazione con le lobby aziendali. Tuttavia, è riuscito anche a portare a termine una serie di importanti iniziative, come il piano di aiuti alla Grecia e l'Unione bancaria.

La rielezione di Barroso è stata una vittoria per il PPE, che ha mantenuto la sua posizione di più grande gruppo al Parlamento europeo. Tuttavia, la sua nomina ha incontrato la continua opposizione da parte di alcuni membri del Parlamento europeo, che hanno sostenuto che non fosse idoneo per il ruolo e che il processo di nomina fosse stato ingiusto. La rielezione di Barroso è stata vista anche come un segno della continua divisione all'interno del Parlamento europeo, con i partiti di sinistra e dei Verdi che si opponevano alla sua nomina e i partiti di centrodestra che lo sostenevano.

Barroso si è dimesso da presidente della Commissione europea il 31 ottobre 2014, ed è stato sostituito da Jean-Claude Juncker. La sua eredità rimane contrastante, con alcuni che lodano i suoi successi e altri che criticano i suoi fallimenti.


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